Tutto può cambiare

Gordon Korman

Traduzione di Maria Laura Capobianco

Il Castoro

 

Chase non ricorda di essere caduto dal tetto, né di aver battuto la testa. In realtà, non ricorda un bel niente. Si è semplicemente svegliato in ospedale e ha dovuto imparare tutto della sua vita da zero... a cominciare dal suo nome. Ora sa di essere Chase, di avere tredici anni e frequentare le medie. Ma chi è Chase? Quando torna a scuola, capisce che non tutti sono felici di rivederlo. Alcuni ragazzi lo trattano come un eroe. Altri hanno paura di lui. Una ragazza in particolare è così arrabbiata da versargli in testa un frozen yogurt. Presto Chase inizia a chiedersi non solo chi è, ma chi era. E soprattutto... chi vuole essere? Una storia di bullismo da un punto di vista capovolto, quello del bullo che scopre una nuova identità e la parte migliore di sé.

 

"Mi volto e corro come un dannato verso casa, senza neanche passare dallo spogliatoio per farmi la doccia e cambiarmi. Devo allontanarmi da quelli più che posso. Corro, e sulla faccia mi scendono lacrime bollenti di vergogna. Da quando ho avuto l'incidente, ho sentito molte storie riguardo alla persona che ero. Ma questo non me lo sarei mai immaginato. Accelero, sfreccio sul marciapiede, corro più veloce di quanto abbia mai fatto, anche durante il più duro degli allenamenti. Scappare da Aaron e Bear non è un problema.

Ma da me stesso non potrò scappare."

 

Chase si sveglia in ospedale e non ricorda nulla della sua vita precedente alla caduta dal tetto. Al rientro a scuola inizia a capire che il tipo di persona che era non ha molto a che vedere con il tipo di persona che è. La domanda è: chi vuole essere? Vuole tornare ad essere il campione di football che suo padre cerca di ritrovare o vuole essere il fratello che gioca alle barbie con una sorellina che, all'inizio, lo guardava terrorizzata? Solo un vero amico, prima da lui bullizzato, crederà fino in fondo nel cambiamento e porterà Chase a credere in sé stesso.

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Un libro con molti narratori. La storia viene raccontata in prima persona da Chase, Shoshanna Weber e suo fratello Joel -il ragazzo presso di mira da Chase e i suoi amici bulli- Brendan Spinoza e Aaron e Bear tra gli altri. Una tipica scuola americana con i ruoli ben divisi tra sportivi e nerd. Chase è il capitano della squadra di football. Brendan il Presidente del videoclub. Dopo la caduta dal tetto Chase non potrà giocare a football per un po’. Brendan, involontariamente, lo coinvolge in un progetto video. Da questo momento Chase entrerà a far parte del gruppo degli “sfigati”. Non sarà ben accolto e perderà anche amici sportivi. Ma lui non ricorda proprio nulla della sua vita precedente e segue un istinto che lo porta a essere “buono”.

Un concorso video sarà il trampolino di lancio verso il perdono. Shoshanna, incredula, si trova a lavorare al progetto insieme alla persona che ha bullizzato suo fratello gemello, costretto a cambiare scuola e andare in collegio. Mentre i giorni passano e lavorano insieme Shoshanna si vede costretta a confermare che Chase è davvero cambiato. Del bullo che era non sembra rimanere traccia. Il loro progetto riguarda un veterano di guerra, condecorato con la Stella al Valore. Ed è proprio questo oggetto che segnerà la svolta definitiva.

“Assistere alla scena è difficile, anche se meno di quanto credessi. Io non sono questo, mi dico. È una cosa che mi è successa, tutto qui. Non saprei spiegare perché, ma riguardando l’accaduto in alta definizione mi sembra che l’inferno dell’aula di musica si spanda, inglobando ogni singolo atto di bullismo che ho subito in vita mia. E io sono qui, vivo, incolume. Va beh, a parte l’occhio. Hanno fatto di me una vittima, ma non per questo io mi definirò una vittima.

 

Un libro che va in profondità sulle conseguenze del bullismo a scuola ma, allo stesso tempo, apre alla speranza che le cose possa cambiare. Sebbene sia troppo romantico, con un finale troppo positivo per i miei gusti, merita di essere letto perché durante la lettura ci si pone davanti a degl’interrogativi che devono essere affrontati, sia da soli che, ancor meglio, in un gruppo guidato.

Le figure adulte meritano un commento a sé:

-         Il padre di Chase, anche lui campione sportivo scolastico, ci dà l’idea di quanto noi adulti possiamo influenzare negativamente i ragazzi. Il riscatto finale (inverosimile per me) apre la porta alla consapevolezza che anche i ragazzi possano insegnare qualcosa agli adulti se solo noi ci fermiamo ad osservare e ascoltare davvero i giovani con cui ci relazioniamo.

“Esiste forse un ragazzo che non agisce come se non avesse già capito tutto, all’età di Chase? Eppure, sapete: ora che comincio a riconoscere la nuova versione di mio figlio, quasi mi rammarico che nessuno mi abbia buttato giù dal tetto, quando avevo tredici anni.”

-         Il Preside della scuola primo a vedere nell’accaduto un qualcosa di positivo, ma che è esempio di quanto la scuola se ne freghi, in fondo, del benessere degli alunni preferendo oscurare episodi per mantenere saldo il nome della scuola e della squadra!

“Quello che ti è capitato è terribile, eppure ti offre una rara opportunità. Hai la possibilità di ricostruirti dal nulla, di iniziare da zero. Non sprecarla! Capisco che non ti senti fortunato, ma milioni di persone darebbero tutto per essere al tuo posto… Davanti a una tela completamente bianca.”

-         Un veterano di guerra che non accetta di indossare una medaglia che non pensa di meritare. Insieme a lui viviamo l’esperienza di due ragazzi che ascoltano con piacere un anziano in contrasto ai 2 bulletti che denigrano e deridono sia ragazzi che vecchi.

-         2 mamme, anzi 3! Che proteggono a modo loro i propri figli.

 Un punto di vista molto originale per affrontare il tema del bullismo con uno sguardo diverso, più aperto. Senza cercare le motivazioni della cattiveria ma rovistando dentro per trovare invece il buono che è in ognuno di noi, se solo ci crediamo.