Il coraggio verrà

<< È più difficile onorare la memoria dei senza nome che non quella degli uomini famosi e celebrati, ivi compresi i poeti e i pensatori. Alla memoria dei senza nome è consacrata la costruzione storica.>>

BENJAMIN, Walter, Sul concetto di storia

 

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Se vi aspettate la storia romanzata della vita di Maria Silvia Spolato non è questo il libro giusto. Se vi aspettate racconto romanzato della lotta femminista e lesbica, nemmeno. Ma se volete condividere un viaggio alla scoperta della persona che si nasconde dietro le poche foto di Maria Silvia Spolato, allora sì, questo è il libro giusto. 

<<Una donna si poteva innamorare di un’altra donna. Quel libro non parlava d’altro, in fondo. Averlo letto non l’aveva fatta sentire diversa a prima, ma più sicura sì.>>



 Tra queste pagine più volte si ripete il motto degli anni 70 “da ora saremo noi a raccontare la nostra storia”. Valeva per il movimento femminista ma anche, e direi soprattutto, per il movimento LGTB che iniziava a far sentire la propria voce. Per questo mi è piaciuto molto il modo di raccontare questa storia. Sara Poma intercala la vita di Maria Silvia alla propria. Ci racconta la sua ricerca della verità condividendo con noi alcuni dei momenti più duri da lei vissuti in prima persona. Un continuo cercarsi nella vita di Maria Silvia. Il libro pare, certe volte, più una indagine giornalistica che un romanzo. E funziona. Funziona davvero. Ti tiene incollata alle pagine. Come se fosse la storia che lei doveva raccontare in quanto donna e in quanto lesbica.

 

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Due i momenti che mi hanno lasciato il segno. Il primo tutta la parte dell’inizio della lotta di Maria Silvia e dei movimenti femministi e LGTB. Ho imparato molte cose su com’era l’Italia degli anni 70. Sulle persone che ci hanno fatto arrivare al punto dove siamo oggi. Per capire che, senza questi movimenti i diritti di cui oggi godiamo non sarebbero gli stessi. E forse è ora di rivendicarli e di rispolverare le lotte degli anni 70. Ritrovarmi femminista a 45 anni è una specie di shock. Anche se, da sempre, trovo che la parola femminismo non mi appartenga. Continuo la ricerca di una parola che possa accogliermi meglio.

<<Questo è profetizzato anche dalla astrologia che individua, nel segno dell’Acquario verso cui ci avviamo, l’era caratterizzata dalle società umane, da un sistema di dominio a uno egualitario, il cui obbiettivo sarà la ricerca della felicità per tutti.>>



Il secondo momento che mi è rimasto impresso sono i 17 anni di Sara Poma, il momento in cui perde sua mamma. Il suo racconto mi ha toccata nel profondo. Sicuramente da condividere in modo biblio-terapeutico. Lavorando con i giovani non poteva sfuggirmi questo suo sentire da ragazza 17enne che deve affrontare un momento così difficile, che fa di spartiacque nella vita di prima e dopo. 

<<(…) mi chiudevo in stanza e provavo a imparare le canzoni che mi piacevano, Suzanne Vega, De Gregori e Simon & Garfunkel, cercando perlopiù di dimenticare che dall’altro lato del corridoio, chiusa nella sua stanza, mia madre si preparava a morire, dormendo ogni giorno qualche ora in più.>> 


Il coraggio che verrà non era il libro che mi aspettavo ma, contrariamente a quanto pensavo nelle prime pagine, ha superato le mie aspettative. Mi ha coinvolta e trasportata in decenni diversi, in lutti e abbandoni diversi, in lotte e rinascite diverse. Uno di quei libri a cui pensi mentre sei fuori a bere con gli amici ma in realtà non vedi l’ora di tornare a casa per immergerti di nuovo nella lettura e tornare al mondo tra le righe che avevi lasciato chiudendo il libro. 

<< (…) per Maria Silvia quella lavatrice era una conquista psicologica. “Non è che non voleva lavarsi” mi dice, “non poteva.” Sembra che ci stia rivolgendo non a me, ma a una di quelle persone che negli anni le sono passate accanto trattenendo il respiro o cambiando strada, vedendola insieme a quella senzatetto con indosso abiti cenciosi.>> 


 Al libro mancano solamente le foto, che l'autrice descrive nei minimi particolari e che fanno da guida nella ricerca. Sono le fonti storiche, la prova, insieme agli articoli firmati da Maria Silvia, del suo passaggio. Sono subito corsa a cercarle e ho deciso che dovevano accompagnare la lettura di questa recensione. 

 

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Dalla quarta di copertina: 

“Roma, 1972. Una donna chiamata Maria Silvia Spolato rivendica la propria omosessualità durante una manifestazione di piazza. È la prima a farlo, in Italia, e questa scelta, coraggiosa e necessaria, avrà conseguenze drammatiche sulla sua vita. Sara Poma ricostruisce e racconta la storia di Maria Silvia Spolato, a partire dall’infanzia a Padova, i legami familiari, il primo amore di cui resta traccia in alcune poesie, la laurea in matematica, la carriera da insegnante e le discriminazioni subite a scuola, gli anni vissuti come clochard, senza mai smettere di amare i libri, i numeri e la musica, l’incontro tardivo con persone che hanno saputo volerle bene. Ma cercando i segni dell’esistenza di Spolato, Poma ripercorre anche la propria vita, mettendosi a confronto come davanti a uno specchio ineguale, ricordando i primi turbamenti e la scoperta della propria omosessualità, ripensando a gioie e rimpianti, provando gratitudine se, grazie alla forza di Spolato, alla sua dolente speranza, per lei era stato tutto più facile e forse lo sarà ancora di più per chi sarà giovane domani. Il coraggio verrà, titolo tratto da un verso di Spolato, è l’esordio letterario di Sara Poma, già autrice di podcast di grande successo. Ed è molto più di una biografia o di un memoir, è entrambe le cose insieme e al tempo stesso tanto altro, è il racconto di un amore e di più amori, un libro che restituisce a chi legge la figura di una grande donna del Novecento, le cui azioni hanno aperto una strada alle generazioni successive, è una meditazione personale e appassionata su tutto quello per cui vale la pena vivere”

 

Il coraggio verrà

Di Sara Poma

HaperCollins