Essere un lettore attivo: Katia Gaburro
Essere Lettrice Attiva, cosa significa per me?
Se penso all’aggettivo attiva, le prime parole che mi vengono in mente sono operosità, fare, agire, muoversi, cercare…qualcosa che ti spinge oltre il punto in cui ti trovi e tutto sommato anche crescere è “attività”.
La lettura di libri, in generale, mi porta in mondi più o meno lontani, dove si incontrano personaggi più o meno fantastici, intriganti, avventurosi,…luoghi dove mi piace rifugiarmi da sola o letture che mi piace condividere.
Diventare “lettrice attiva” mi ha fatto fare un balzo in avanti perché mi ha permesso di unire queste due parole.
Sono entrata a far parte di un gruppo di persone completamente diverse una dall’altra, che amano leggere e condividere le letture in modo particolare con bambini e ragazzi, ma non solo. Un gruppo eterogeneo che si diverte, che si coinvolge, che si forma e che si mette spesso alla prova.
Per me, che sono una lettrice attiva in erba, il piacere di leggere un albo illustrato è diventato il desiderio di incontrare la spontaneità dei bambini che ho davanti. I loro visi attenti, curiosi, stupiti e cosa per me più importante divertiti.
Il divertimento che coinvolge, che include, che ci fa incontrare, che ci fa porre delle domande, che ci fa entrare in un mondo altro, fatto di colori, suoni, parole, gesti o silenzi.
Alcuni albi sono ricchi di spunti per iniziare una chiacchierata, per scambiarci pareri o per ammirare la bellezza delle parole e delle immagini.
Questo stare insieme non si limita alla semplice lettura/ascolto, ma a stimolare, incuriosire, aiuta i più piccoli ad avvicinarsi a questi “oggetti” cosi misteriosi e cosi ricchi e i più grandi trovano mondi nuovi...è un potente canale comunicativo.
Una cosa che mi piace molto dell’essere una lettrice attiva è il coinvolgimento dell’adulto durante i momenti di lettura per i bambini. Un adulto attento al bambino e pronto a chiedere consiglio, o un adulto che si rilassa e si gode il proprio figlio in un contesto diverso.
Lettrice attiva vuol dire costruire ponti, vuol dire riconoscere il diritto alle parole, alle non parole e ai silenzi, alle pause e alle risate.
Portare con me chi mi ascolta penso sia uno degli aspetti che più mi gratifica.
Katia