Intorno alla meraviglia

Caro diario,

Venerdì scorso sono stata da Farfilò per un incontro che aveva come parola chiave la meraviglia. In particolare la meraviglia nei bambini. Ogni incontro che facciamo ci dona qualcosa. Questo mi ha lasciato molte domande. Su di me, sulla letteratura, sui libri che acquisto per i bambini, sulla scelta di questi libri. E mi ha dato anche una risposta: perché oggi questi albi io li uso con gli adulti. 

Sono andata insieme a 2 cari amici. Riccardo, padre e nonno appassionato di letteratura per l'infanzia. E Irene Monge, collega e amica. Subito in macchina tornando a casa è iniziata la nostra accesa riflessione. Entrambe abbiamo sentito la necessità di  mettere per scritto i nostri pensieri. Puoi leggere quelli di Irene qui.

Dalla parte dei bambini.
Da quando mi occupo di letteratura per l'infanzia questa frase la sento quasi ogni giorno. Ma solo venerdì, durante l'incontro, mi sono chiesta se davvero davvero siamo dalla loro parte. Che poi, qual è esattamente quella parte? Forse cerchiamo di riscoprire la nostra parte bambina anziché vedere come sono i bambini oggi, come sono realmente. 

Proviamo a fare un elenco di situazione in cui possiamo trovarci dalla loro parte:
- Quando ci chiamano e non rispondiamo "un attimo" ma hanno subito la nostra attenzione. 
- Quando in libreria ci chiedono un libro che a noi non piace ma lo acquistiamo per loro perchè è la loro scelta (ad esempio il catalogo dei Pokemon!). 
- Quando si sporcano al parco e noi non diciamo nulla. I bambini devono essere liberi di sporcarsi, giusto? 
- Quando ascoltiamo i loro bisogni e rispondiamo ai loro dubbi senza paura. Anche se le domande sono difficili: la morte, l'amore, l'amicizia, il sesso. E quando diciamo loro "non lo so" se davvero non abbiamo una risposta.
- Quando sappiamo dire no perchè è quello di cui in quel momento hanno bisogno: al cellulare, a un capriccio, alla caramella prima di cena.
- Quando sappiamo dire si anche se non dovremmo ma non è una cosa poi così grave: cena con solo gelato ogni tanto si può! 

Nei libri per l'infanzia queste situazioni sono presenti spesso. Solo che, purtroppo, nella maggior parte dei casi sembrano didascaliche. Didascaliche verso mamma e papà. Sono libri che, a mio avviso, provano a portare gli adulti verso il loro pensiero bambino, per farli avvicinare ai piccoli, per riscoprire il mondo attraverso i loro occhi. Ed è una cosa bellissima! Ma, se questo è vero, non sono esattamente dalla parte dei bambini, ma solo dei bambini che noi adulti eravamo. 

Londa  laspunta
L'onda di Suzy Lee. Corraini ed. 

meraviglia /me·ra·vì·glia/ 
sostantivo femminile
1. Motivo o sentimento improvviso e gradevole di ammirazione spontanea e intensamente compiaciuta.
2. Fatto od oggetto esaltato dal fascino dell'eccezionale e dell'inatteso.

Quali sono i momenti di meraviglia per i bambini oggi? Sicuramente perdersi in un libro è uno di questi. Scoprire il mare. Mangiare per la prima volta un gelato, o la pizza. Andare all'asilo e vedere mamma o papà tornare a prenderti. Ogni prima volta potrebbe essere un momento di meraviglia per un bambino. La grandezza in loro è che anche il secondo gelato crea meraviglia, così come tornare al mare l'estate successiva. Perché i bambini sono (o dovrebbero essere) pieni di stupore. Noi grandi abbiamo perso la capacità di meravigliarci e di stupirci. Abbiamo vissuto tante prima volte e non ci fermiamo ad assaggiare davvero il primo gelato della stagione. Ne entriamo in punta di piedi in acqua. Non osserviamo più. Almeno la maggior parte degli adulti. Alcuni, come me, sono più fortunati perchè essendo a contatto con i bambini quella luce di meraviglia riescono ancora a vederla. 

Ed è proprio questo il punto. La meraviglia la sentiamo noi adulti a contatto con i bambini. Loro trasmettono la meraviglia. Ma forse non la vivono in prima persona. O meglio, per loro sono tutti momenti di scoperta. Siamo noi a vedere in quelli la meraviglia e lo stupore. 

La stessa cosa ci succede quando sfogliamo un albo illustrato. L'albo parla direttamente al bambino che è ancora in noi, ricordiamo i momenti vissuti da piccoli e ci meravigliamo nei ricordi. Guardiamo con occhi adulti. Non con gli occhi di un bambino. E quando questo succede ci allontaniamo e non stiamo più dalla parte dei bambini. Perché essere dalla loro parte vuol dire lasciar loro il tempo di scoprire, da soli, il mondo. Senza l'adulto che osserva e indica loro cosa guardare. L'adulto accompagna ma non deve guidare la meraviglia. 

Nuvole  Progetto Mediterranea

Ieri un bambino mi ha chiesto:
- "di che colore sono le nuvole?".
Io non ho risposto. Ho fatto una domanda.
-  "Tu che ne pensi?" - ho chiesto.
Subito la risposta è stata
- Bianca, giusto?
- E quando piove?
- Grigia!
- E sulla spiaggia tardi?
- Arancione, rossa...
- Persino gialle a volte, vero?
Ed è arrivato quello sguardo. Quello della meraviglia. Perché ha immaginato e rivisto tutte le nuvole che aveva nei ricordi e ha capito che, quasi da solo, aveva scoperto che le nuvole non sono solo e soltanto bianche. E io ho pensato: "ecco, è questo essere dalla parte dei bambini, mettersi in ascolto e accompagnarli in questo bellissimo viaggio che è la scoperta del mondo e della vita, senza dare loro risposte ma condividendo domande." Potevo rispondere sono bianche e a volte grigie e ogni tanto persino rosse. Ma non l'ho fatto. Ho colto l'attimo! 

Questo mi ha portata alla prossima tappa della mia riflessione intorno alla meraviglia e ai libri. Nel mio taccuino negli appunti dell'incontro leggo: "Quanto tempo passano gli scrittori con i bambini di cui parlano e con chi vogliono comunicare? Quanto c'è invece,  nelle loro storie, dei bambini che erano? Sono libri che i bambini sceglierebbero come lettura?"

Mi soffermo solo alla prima domanda. Quanto tempo passano gli scrittori con i bambini per cui scrivono. Mi sono ressa conto solo quest'anno che il tempo passato con i bambini non è sempre rappresentativo. Prima io vedevo molte classi e gruppi di bambini ma per piccoli incontri. 2 ore, 3. Magari un'ora al mese. Ma questo non basta a capirli. Oggi seguo una classe tutti i giorni. E ormai li conosco bene i miei bambini. So cosa piace loro e cosa no. Come rispondere e come aiutare. Come mettermi alla loro altezza. Come faccio con i miei figli. Purtroppo gli scrittori possono farlo con i loro figli ma non con i tantissimi bambini che immagino vedano ogni anno perchè li vedono per un incontro o due. Ma raramente durante lungo tempo. E cambia tutto. Il mio sguardo verso l'infanzia è davvero cambiato nell'ultimo anno. 

Con tante domande ancora aperte sono qui seduta con questa riflessione importante: la meraviglia che cerchiamo è quella dei bambini o la nostra? I libri per bambini sono davvero dalla parte dei bambini? A distanza di qualche giorno la mia risposta è, purtroppo, che molti, troppi, no. Quindi scoverò quelli che davvero si aprono alla meraviglia e cercherò di presentarli qui, #intornoallameraviglia.