La forza della musica in biblioterapia

2 dicembre 1923. 100 anni fa nasceva Maria Callas. Una forza della natura che ha riempito la mia infanzia. Nonostante sia morta mentre mia mamma aspettava me Maria è diventata per me una di famiglia. Maria. A casa mia era semplicemente Maria. Si sapeva che si parlava di lei. Il mio nome lo devo a lei. Maria Anna Cecilia Sofia Kalos. C’era il dubbio tra Ana e Cecilia. Ma alla fine ha vinto Ana. La sua voce risuonava in salotto ogni domenica. Il suo ritratto era appeso in corridoio, unica compagnia per mia madre quando rientrava da sola a casa e la salutava: “Buonasera Maria”. E quindi, come non dedicare un po’ di spazio a Maria oggi, alla sua musica, e a quanto la musica, come i libri, sono stati presente nella mia infanzia e, oggi, nella mia vita. 


La mia passione per i libri viene dai miei genitori, entrambi accaniti lettori. A casa c’era una grandissima libreria che occupava gran parte del salotto. Una parete però, era dedicata ai dischi. Tantissimi dischi di opera e musica classica, ma anche rock, musica italiana (mio padre amava Mina e Lucio Battisti tra i tanti). La domenica ci si sedeva in salotto, si prendeva il vinile che si era scelto, si puliva con cura e si adagiava sul giradischi posando con estremo riguardo la punta di diamante che iniziava a girare nei solchi con quel suono inconfondibile che grattava un po’. E si parlava, si stava insieme, con la musica di sottofondo, fermandoci ogni tanto per ascoltare meglio quel pezzo, quel acuto. Sono ricordi preziosi. 

Mi sono lamentata speso, da quando mi occupo di libri, soprattutto nelle formazioni con adulti, che ho pochi ricordi dei miei che mi leggevano. Ma fino ad oggi, che scrivo questo post, non mi ero ressa conto quante parole invece mi avevano donato. Magari non lette dai libri, ne sentite dalle loro labbra, ma attraverso la musica, le storie che si raccontano nelle opere e che mio papà mi narrava come fiabe. Che io stessa poi narravo quando, diventata un po’ più grande, sono stata incaricata di accompagnare altri bambini a vedere un’opera dal vivo per la prima volta. Ero già narratrice di storie e non lo sapevo.  

una mano che apre il sipario

Quelle storie erano molto importanti per me. L’opera veniva cantata in lingue a me sconosciute allora. E per capire cosa succedeva in scena, quando andavo a teatro, i miei mi raccontavano prima tutta la storia. La prima volta che sono andata a teatro avevo 6 anni. La Traviata, Il Flauto Magico, Macbeth, La Bohème. Ho ricordi indelebili di tutte loro. Penso non sia un caso se sono finita a vivere vicino a Verona.

Crescere nella musica mi ha donato moltissime emozioni. Oggi sento forte il desiderio di ascoltare musica per sentirmi meglio, per piangere, per ridere, per ballare e, perché no, anche per urlare. Non amo solo l’Opera. Da adolescente ascoltavo anche Jon Bon Jovi e gli Aerosmith (con grande disappunto di mio padre). Ma, come credo accade spesso ai lettori, andavo ai testi. Traducevo, imparavo a memoria, analizzavo. Le buone canzoni sono poesie fatte musica. D'altronde anche le poesie hanno melodie. Traducendo e volendo capire ho iniziato anche a studiare le partiture delle grandi opere italiane (almeno delle mie preferite che, confesso, so a memoria). E poi, ho imparato l’italiano ed eccomi qui, in Italia, a scrivere in italiano di musica e di libri.

Alla fine, anche nei miei laboratori di biblioterapia ho portato con me la musica. Non poteva essere altrimenti. E vedendo i partecipanti leggere i testi, fermarsi sulle frasi che più colpiscono e coinvolgono, vendendo nascere ricordi e anche piccole discussioni non posso che affermare che la musica, nella sua grande potenza, tocca corde che la nostra voce di lettori a voce alta non potrà mai toccare. Va oltre, arriva più velocemente e più profondamente. E si prende cura di noi. 

Se vi capitasse di visitare il profilo di mio padre su FB, sotto il suo nome troverete questa frase, che è lì da sempre:

“Senza la musica nulla avrebbe un senso”


Sono d’accordo con lui.

Lascio qui il link di una delle mie aree preferite: E lucevan le stelle tratto da Tosca e cantato da Caruso. Perché oggi, oltre a Maria, devo ricordare altre 2 stelle: Gloria e Cinzia che luccicano lassù.

 
* Questo post fa parte dei post dedicati alla biblioterapia che pubblichiamo a tre voci: Marco Dalla Valle, Irene Monge ed io ogni mese affrontiamo un argomento cercando di parlare ognuno con la propria visione. Questo mese (novembre) è dedicato alla musica.