Malattie nei libri per bambin* e ragazz*

Nelle mie ultime letture la malattia, soprattutto le malattie mentali, compaiono speso. Non sono temi facili da affrontare ma se pensiamo che l’anno scorso è stato proprio un libro che narra in prima persona il percorso di una malattia grave – “Come d'aria” di Ada D'Adamo – ci rendiamo subito conto di quanto queste narrazioni siano importanti non solo per chi scrive ma anche per chi legge.

Ho recentemente approfondito i temi della medicina narrativa. Narrare il proprio percorso come malato aiuta i pazienti a tirar fuori sentimenti e vissuti che, a volte, non vogliono o non possono condividere a parole con i propri cari. Il libro di D’Adamo ne è un chiaro esempio. Ma non l’unico. Tanti i libri che raccontano quel attraversare il bosco che è la malattia, sia fisica che mentale. Tanta la necessità di raccontare un trauma vissuto, un lutto, un evento tragico o, appunto, una malattia grave. Un po’ per raccontarsi e un po’ per far conoscere al mondo quello che si nasconde nelle stanze degli ospedali, nella sala della chemio, nel solitario letto di una stanza, in una casa che ti sembra vuota senza la persona appena deceduta. Come si passa dall’altra parte del bosco? Come si vive mentre si è nella zona più fitta dove le chiome degli alberi non lasciano passare la luce?

Nessuno di noi  perfetto questo  chiaro Ma niente dovr separarci a tal puntopng

Mentre scrivo mi torna in mente Michela Murgia e la sua splendida narrazione, la sua eredità. Nel sapersi alla fine, ha deciso di narrare sé stessa, la sua malattia e la sua vita. Lo ha fatto attraverso i social, con scritti e video. Come dimenticare il video in cui si emoziona mente taglia i capelli? O il post dall’ospedale. O, semplicemente, il suo narrare a tutti che stava morendo. E mentre tutto accadeva dettava e lasciava per noi un libro: “Dare la vita”. Un titolo che ha molteplici significati e che rappresenta la sua idea di maternità, di famiglia, di vita e di libertà. Ha cercato di raccontare in pochi mesi tutto quello che avrebbe voluto lasciarci. Per quanto mi riguarda ce l’ha fatta. La Murgia mi manca tanto.

Dopo questo inciso vorrei tornare però alla narrazione della malattia nella letteratura per l’infanzia e per l’adolescenza. Albi illustrati che parlano di malattia sono contati. Come la morte, anche la malattia pare essere un tema tabù, soprattutto per i bambin*. Qualcosa da tenere nascosto. Difficile da affrontare. Ma poi, quando sfortunatamente nelle nostre vite, in un modo o nell'altro, arriva la malattia e dobbiamo parlarne con un bambino, si corre ai ripari e si cerca il libro da cui partire. Ecco quindi un po’ di consigli:

Il viaggio della regina: la malattia raccontata come una fiaba. La Regina deve partire per un viaggio per sconfiggere un male. Lascia a casa l’amato Re e i loro gemelli. Dovrà affrontare tante dure prove per poter finalmente tornare a casa. Il finale di questo albo, meravigliosamente illustrato da Gianni de Como, rimane aperto. Non sapremo mai se la Regina è riuscita a tornare nel Castello. A noi viene lasciata la scelta del finale. A noi o alla vita.  

Da quando è arrivato Lallo: in questo caso il finale è positivo, il male è stato sconfitto. Il protagonista è un lupetto bambino che un certo giorno riceve la visita del lupo Lallo. Lallo si nasconde nel corpo del lupetto e lo fa sentire male. Attraverso la narrazione vediamo tutti i tentativi per far scomparire Lallo. Un ottimo regalo da fare ai bambini che possono finalmente dire di aver sconfitto il cancro ma anche da donare a chi sta ancora lottando.

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Il fuga con la flebo: una spassosa graphic novel per bambini dove un lupo cattivo, che alla fine così cattivo non è, e un piccolo coniglietto malato, fuggono da un cacciatore. Un libro di cui ho già parlato, che ho adorato e che è stato approvato anche da mia figlia Lucia, attenta lettrice a cui chiedo di leggere alcuni libri (illustrati e graphic novel) per avere il parere impagabile dei ragazzi a cui questi libri sono destinati.  

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Colpa della stelle: questa volta si tratta di narrativa per ragazzi. John Green entra nei panni di vari ragazzi malati di cancro in questa storia d’amore che lascia tante lacrime ma anche tanti sorrisi. Ogni personaggio di questo libro affronta la propria malattia in modo diverso: chi si chiude in sé stesso, chi prova a vivere tutte le esperienze possibili, chi vive il tutto con tanta rabbia. È facile identificarsi in ognuno di loro. Mentre i due protagonisti s’innamorano la vita intorno a loro continua, le stagioni passano e loro crescono. Non ci si aspetta che qualcosa di così bello possa avere una fine, che anche le malattie possano crescere e cercare a tutti costi la vita inconsapevoli che il loro sopravvivere porterà alla morte del corpo che le ospita.

Te lo prometto: una delle mie ultime letture del 2023. Per me Gabriele Clima è una certezza. Non c’è un suo libro che io non abbia amato. Adoro il lieve scorrere delle parole sulle pagine, il suo modo di introdurti nelle storie. La delicatezza con cui affronta temi difficilissimi. In questo libro Gabriele ci racconta la storia vera di Agnese Franceschini seconda firma in copertina. Lei ha narrato la sua storia e insieme hanno trovato un modo magico di raccontarla. Agnese ha vissuto da piccolissima un lungo percorso ospedaliero dovuto alla sua malattia, la leucemia. Racconta com’è vivere in ospedale, le sensazioni nel tornare a casa, le storie dei compagni di stanza e del personale che si prende cura di lei. Ve lo consiglio vivamente. 

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Potrei aggiungere altri titoli a questa carrellata, non solo per bambin* e ragazz*. Titoli per parlare di malattie mentali o degenerative come l’Alzheimer ma per loro dovremmo dedicare un alto post. Perché di malattie mentali si parla, ancora, troppo poco.  

 

* Questo post fa parte dei post dedicati alla biblioterapia che pubblichiamo a tre voci: Marco Dalla Valle, Irene Monge ed io ogni mese affrontiamo un argomento cercando di parlare ognuno con la propria visione.